La guerrà non è una scelta, ma è una necessità

26.03.2024

Gli stati, i poteri, l'economia e la finanziaria ne hanno bisogno

La guerrà ci sarà perchè non è una scelta, ma una necessità incombente. Ma è comprensibile solo se ci si sofferma sul percorso che è stato fatto negli anni. Nulla nasce per caso da un giorno all'altro.

Una società libera cresce, si sviluppa, innova, crea ricchezza e benessere.
Una società socialista-statalista crea sudditanza, povertà, totalitarismo e porta alla guerra.


Per comprendere le affermazioni di cui sopra si deve fare un excursus negli ultimi 30 anni per ripercorrere il percorso che ci sta portando ad una guerra.

I decenni della grande crescita (60-80), sono stati caratterizzati da poco stato, poca spesa pubblica, e dal concetto che la libertà apparteneva agli individui e non allo stato. L'intraprendenza  ed il libero agire erano dominanti nella cultura delle persone e rapresentavano un valore positivo.

Poi sono arrivati gli anni 90 durante i quali i poteri-stati hanno scambiato libertà con debito-benessere. Meno libertà, più controlli, più vincoli. E più soldi facili fondati sul debito continuo e infinito. Nel breve termine funziona, ma poi porta a degli squilibri devastanti. Ed è attraverso questi squilibri devastanti che sono iniziate le più grandi manovre di manipolazione della storia. 

Eviterò di entrare troppo nel tecnico anche perchè sarebbe noioso, ma elenchiamo i fatti.

Eccessi, crisi economica e finanziaria, evento devastante salvifico. Questo è il processo che si ripete dal 2000. Eccessi sempre maggiori, crisi sempre peggiori ed eventi sempre più impattanti sulla società e sulle persone. E ogni evento devastante ha portato a più vincoli, più limiti, più obblighi, meno libertà nella società e uno stato sempre più invasivo e impositivo. Uno stato che ha ampliato sempre più ad ogni evento il proprio potere e la propria influenza sulla vita personale ed economica di ogni individuo.

L'evento devastante è salvifico per lo stato-potere. L'evento è sempre del tipo "paura e panico, moriremo tutti si salvi chi può". Grazie a questo pensiero-sentimento lo stato ha mano libera per proporsi come il salvatore dell'umanità e della democrazia. Mano libera per imporre il proprio dominio e per proporsi come il giusto regolatore della vita e dei comportamenti di ogni essere umano. 

Tutto questo fa sorridere pensando che la massa accetta come salvatore colui che gli ha creato il problema.

Nel 2000 crisi dot.com, nel 2007 subprime e debito in generale, nel 2019 il sistema finanziario-bancario stava saltando, ma non lo sa nessuno. Nel 2001 l'evento delle torri gemelle, nel 2008 il fallimento Lehman, nel 2019 il covid.....e la prossima sarà la guerra.

L'escalation è evidente; da eventi che hanno colpito un numero limitato di persone (2001) ad eventi che colpivano una massa smpre più grande.

Queso percorso ha portato le persone a pensare 2 cose fondamentali:

  1. La libertà appartiene allo stato che la concede di volta in volta e non più all'individuo
  2. Tutti, da singoli individui ad associazioni di ogni forma e genere, da 15 anni almeno, si prodigano per chiedere aiuto allo stato. Lo stato mi deve dare, mi deve aiutare......

Questi 2 nuovi modelli del pensiero costituiscono l'ossatura della forma mentis dello schiavo-suddito, del parassita e dell'assistito: in una parola della morte di una società abitata da zombie.

Una società siffatta è una società costituita da individui che hanno perso valori, perso capacità di intraprendere e di agire, perso il valore dell'indipendenza e dell'autonomia, nonchè della libertà.

Una tale società è senza futuro.

L'accettazione del lockdown è esplicativo.

Credo che gli eccessi odierni del debito e delle manipolazioni finanziarie non siano nemmeno lontanamente percepite dalle persone nella loro dimensione. E anche pensandoci, non avendone le competenze, nemmeno riuscirebbero ad avvicinarsi ai numeri reali. 

Ed un livello monster di eccessi finanziari come quelli attuali, necessitano di eventi eccezionali. 

Un'altro virus non sarebbe più credibile, resta solo la guerra come strumento di manipolazione delle masse. 

Macron parla di guerra, ma ne hanno parlato negli incontri ufficiali. Draghi, dopo le elezioni europee, preparerà la creazione dell'esercito europeo, e poi si inizierà. 

Attraverso la guerra si potranno adottare tutte quelle politiche sociali, economiche e finanziarie che darnno l'ultimo colpo alla quel poco di libertà che rimane e alle risorse private.

Al motto di " salviamo la patria, la libertà e la democrazia" la dittatutura di fatto vincerà.

D'altronde L'imperatore guerrafondaio Napoleone arrivò al grido di "libertè, egalitè, fraternitè.

Nicola Argeo mastropietro